Domenica, 04 06 2023
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Convegno CARD del 7 Dicembre 2022

DM 77 del 2022

Quale futuro per la sanità pubblica territoriale?

Da moltissimo tempo si aspettava una normativa che regolamentasse e definisse modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale del Servizio sanitario nazionale. Ciò è avvenuto solo da pochi mesi con il Decreto del Ministero della Salute del 23 maggio.

La Regione Lazio ha emanato tempestivamente, con deliberazione del 26 luglio, le “Linee Guida generali per programmazione degli interventi di riordino territoriale in applicazione del PNRR e del citato Decreto Ministeriale”.

Le novità normative saranno capaci di creare una rete di servizi pubblici territoriali adeguati al bisogno di salute della popolazione? Questo sarà il tema trainante del Convegno che vedrà confrontarsi, in una specifica tavola rotonda, importanti rappresentanti delle Istituzioni del Servizio sanitario nazionale.

Durante il Convegno, organizzato in collaborazione fra Card Lazio, SItI Lazio e l’Istituto Superiore di Studi Sanitari Giuseppe Cannarella, saranno presentati un documento sui requisiti delle Case della Comunità e i risultati finali dello studio sull’integrazione sociosanitaria nella Regione Lazio.

L’INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA PER UN’ASSISTENZA DI COMUNITÀ

Convegno 22 Giugno 2022
Roma, Regione Lazio, Sala Tevere

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Il tema dell’integrazione tra sociale e sanitario è da sempre considerato necessità e criticità al tempo stesso a tal punto che da moltissimi anni se ne parla e se ne discute. La sua realizzazione è stata ben specificata da diverse normative nazionali, regionali e locali e particolarmente sollecitata in tutti i momenti di confronto con l’obiettivo di rispondere ai bisogni delle persone e, nonostante ciò, permane ancora oggi una sensazione di insoddisfazione, incompiutezza e precarietà.

L’organizzazione territoriale dei servizi sociosanitari è ancora troppo frammentata, settoriale e non fisicamente riconoscibile e non immediatamente individuabile dai cittadini. Si assiste a servizi sociali e sanitari che rispondono a due filiere diverse e questo rappresenta l’elemento di elevata criticità; inoltre, bilanci e personale dei due soggetti chiamati a integrarsi si riconducono a Enti diversi.

La necessità che l’assistenza sociosanitaria possa porsi, rispetto al cittadino, come funzione pienamente integrata trova in questo un ostacolo molto difficile da superare. Diviene comunque indispensabile gestire il sistema in modo unitario. Al cittadino non interessa sapere che cosa è sociale e che cosa è sanitario; ciò che importa è poter mantenere per sé e per i propri cari un sostegno adeguato. Questo non vale solo per la non autosufficienza, ma per ogni condizione di bisogno. Insomma è necessario cercare e trovare nuove modalità di approccio integrato di lavoro.

La realizzazione nei prossimi anni delle Case della Comunità potrebbe diventare una grande occasione per il consolidamento e lo sviluppo di un’assistenza dove i cittadini possano realmente partecipare e dove si possa finalmente concretizzare l’integrazione sociosanitaria. La Card Lazio e l’Istituto Superiore di Studi Sanitari Giuseppe Cannarella con questo Convegno intendono dare un contributo attraverso specifiche proposte.

Il Convegno con una tavola rotonda conclusiva metterà a confronto importanti referenti della Regione Lazio, degli Enti Locali e delle Aziende Sanitarie per trovare soluzioni operative che possano accelerare e realizzare i processi di integrazione.

LA CASA DELLA COMUNITA'  COME OPPORTUNITA'  PER L’INTEGRAZIONE DELL’ASSISTENZA PRIMARIA

Convegno 2 Febbraio 2022
Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive
(Piazzale Aldo Moro, 5 Roma)

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Presentazione dello studio "La Casa della Comunità come opportunità per l'integrazione della assistenza primaria".

La proposta della Card Lazio

Convegno CARD del 24 Novembre 2021

Il Long Covid

LA PROPOSTA ASSISTENZIALE DELLA CARD LAZIO

Il tempo necessario per riprendersi dalla infezione da SARS-CoV-2, cioè dalla malattia chiamata COVID-19, è differente da persona a persona: la maggior parte recupera completamente entro due mesi, ma alcuni disturbi (sintomi) e manifestazioni cliniche possono durare più a lungo. In questo caso si dice che le persone soffrono di Long COVID, termine inglese che viene comunemente utilizzato per indicare l’insieme dei disturbi e manifestazioni cliniche che permangono dopo l’infezione. La possibilità che i sintomi durino nel tempo non sembra essere collegata a quanto si è stati male durante l’infezione. Può anche succedere che persone che hanno avuto una forma lieve di COVID-19 possano sviluppare problemi a lungo termine. In generale, le donne al di sotto dei 60 anni di età sembrano avere il doppio delle probabilità di manifestare il Long COVID rispetto agli uomini. Oltre a questa età il livello di rischio diventa simile tra i due sessi. Inoltre, dopo la guarigione si possono sviluppare altre patologie, come sequela della malattia.

Spesso le persone guarite dalla fase acuta riferiscono una serie di sintomi persistenti che influiscono negativamente sul benessere fisico, mentale e sociale. Questi sintomi sono numerosi e interessano condizioni generali quali: il facile affaticamento, l’incapacità di concentrazione. Possono anche comparire altri specifici sintomi come i disturbi del gusto e dell’olfatto.

Il Servizio Sanitario Regionale deve quindi organizzarsi per offrire una risposta assistenziale con integrazione delle componenti professionali al fine di dare una risposta unitaria e nel contempo capace di affrontare la complessità clinica.

La Regione Lazio ha dato una prima risposta con l’introduzione di un ulteriore Pacchetto Ambulatoriale Complesso (PAC) per gestire le possibili conseguenze della malattia in pazienti già affetti da COVID-19.

Il Convegno cercherà di affrontare tutti questi aspetti e presenterà una specifica proposta di PDTA per il Long Covid.

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